prossimo il Consiglio regionale del Veneto voterà un regolamento che disciplinerà le modalità di accesso e di permanenza nelle sedi della regione, negli ospedali e in tutti gli enti strumentali e organismi sottoposti a controllo e vigilanza della stressa. La volontà della maggioranza leghista era quella di vietare a qualsiasi cittadino di entrare in questi luoghi pubblici travisato con il volto non identificabile, ad esempio col burqa e il niqab. Però il 4 maggio del 2016, durante la prima Commissione, è stato invece approvato un emendamento dell’articolo 5 proposto dal consigliere Berlato affinché tutti i privati in possesso di porto d’armi per difesa personale siano liberi di entrare armati in Consiglio regionale, Giunta regionale, in tutti gli ospedali, e ancora nelle sedi delle ASL, dell’Arpav ecc. Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico ora ha annunciato battaglia contro questa norma: “I cittadini per sentirsi sicuri dovranno andare in ospedale col giubbotto antiproiettile ? E noi consiglieri in aula dovremmo temere durante le frequenti e accese discussioni la folle reazione del collega di turno alterato e armato? Perché dovrebbe essere giustamente vietato di entrare in un Tribunale armati ma concesso invece in ospedale, magari al pronto soccorso, dove spesso, come riportano le cronache, accadono litigi, zuffe, atti di violenza ? E se tra chi è coinvolto in queste zuffe c’è chi detiene una pistola, che scenario ci si dovrebbe aspettare? E che dire poi dei reparti di pediatria con tanti bambini o magari in maternità? Mi appello, tra gli altri, al personale medico e a tutti i cittadini di buon senso affinché si rivolgano a Zaia e alla sua maggioranza affinché facciano approvare un mio emendamento, che ho depositato ieri, che cancella la norma che consentirebbe ai privati di entrare in questi delicati luoghi con la pistola, evitando così l’approvazione di quella che chiamerei la legge Beretta.