Somme di denaro, costosi regali, promesse di assunzione in cambio di sconti consistenti nelle sanzioni per evasione fiscale. Sono 16 le misure cautelari eseguite dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta condotta dal pm di Venezia, Stefano Ancilotto. Tra gli arrestati alcuni pezzi da novanta dell’Agenzia delle Entrate come Elio Borrelli, già a Venezia ora in Abruzzo, il responsabile delle verifiche, Christian David e Massimo Esposito ex direttore dell’Agenzia di Venezia; due ufficiali della Guardia di Finanza, Vincenzo Corrado e Massimo Nicchinello, un giudice tributario della Commissione regionale, Cesare Rindone, due commercialisti di Treviso e Chioggia, Tiziana Mesirca e Augusto Sartore, e una serie di imprenditori appartenenti al gruppo Bison di Jesolo, specializzato in costruzioni; a Cattolica assicurazioni; alla società Baggio di Marghera, specializzata in logistica, ad un importante produttore di prosciutti friulano, Pietro Schneider. L’operazione nasce da una “costola” dello scandalo Mose: nel corso delle intercettazioni emersero strane ed eccessive “pressioni” per la nomina di dirigenti dell’Agenzia delle entrate: gli approfondimenti hanno portato alla luce episodi di presunta corruzione. Oltre agli arrestati sono numerosi gli indagati a piede libero.