Giornata infruttuosa di ricerche lungo gli argini del Piave per i carabinieri che hanno utilizzato anche l’elicottero per scandagliare dall’alto la zona che costeggia il corso d’acqua da Busche in direzione Belluno. Tutto con l’obiettivo di trovare qualche elemento utile al riconoscimento del cadavere rinvenuto lunedì mattina nella canaletta di raccolta dei detriti della diga di Busche. L’elicottero è risalito lungo il corso del Piave da Busche in direzione di Belluno, ma la vista dall’alto non ha evidenziato né veicoli lasciati parcheggiati da lungo tempo, né abiti abbandonati a ridosso degli argini. Finora non è stato possibile dare un’identità a una salma davvero messa male a causa della prolungata permanenza in acqua. Un testimone, infatti, aveva già notato sabato mattina il cadavere galleggiare nei pressi della diga, portato di qua e di là dalla corrente, preludio di ciò che è accaduto quando il sistema automatico di pulizia delle griglie della diga non l’ha raccolto assieme ad altri detriti consegnandolo alla vista degli addetti di Enel Green Power presenti lunedì mattina per un sopralluogo di routine. Chi abita nei paraggi aveva già avvertito proprio lunedì un odore sgradevole, ma il pensiero era andato a qualche carcassa di animale. Mai si sarebbe pensato al corpo di un uomo, tra i 30 e i 40 anni. I carabinieri di Feltre che si stanno occupando delle indagini in collaborazione con i colleghi di Belluno non sono riusciti a fare sostanziali passi avanti. Anche i controlli incrociati sulle sparizioni denunciate in tempi recenti non hanno dato frutti.