operazione “promessi sposi” condannato boss dei sinti

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Combinava matrimoni con ragazze sinti per la bellezza di 30 mila euro per far ottenere la cittadinanza italiana ai suoi connazionali. Lulzim Gashi, 37 anni residente a Tarzo, era a capo della banda che era stata sgominata nell’ambito dell’operazione chiamata “Promessi sposi” e nei giorni scorsi è stato condannato, con rito abbreviato, a quattro anni e due mesi di reclusione oltre a una pena pecuniaria di 13.000 euro. Per la sua compagna, Olha Derevoriz anch’essa accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, non è ancora stata fissata la data dell’udienza davanti al gup. Secondo gli inquirenti sono stati una decina i matrimoni combinati tra il luglio 2015 e il febbraio 2016. Le indagini sono partite dalla segnalazione di un vicequestore, di stanza in Kosovo come esperto alla sicurezza del servizio centrale per la cooperazione internazionale della polizia. Nell’ambasciata di Pristina infatti si era celebrato un matrimonio che aveva destato sospetti. Quando era stato il momento di recitare la formula e il fatidico “Sì”, i funzionari dell’ambasciata hanno notato che i due coniugi non capivano una parola delle rispettive lingue. Questo particolare ha fatto partire gli accertamenti che hanno fatto venire a galla un ingegnoso sistema per aggirare l’immigrazione clandestina. Dalla piccola repubblica balcanica Gashi e la sua compagna prendevano contatti con uomini che volevano avere un documento comunitario. Venivano richieste cifre tra i 25mila e i 30mila euro. Niente pranzi o centinaia di invitati, niente regali, ma il valore dato alla cittadinanza.

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