PADOVA, IN BAGNO AL BAR SOLO CON I DOCUMENTI

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Le regole cambiano. E ora per andare in bagno è necessario sapere chi si sia e, inoltre, mostrare il documento di riconoscimento. È quanto richiede il bar padovano al Capolinea Sud del tram, alla Guizza, dove all’ingresso del bagno campeggia una scritta chiara: «Per le chiavi del bagno chiedere in bar muniti di un documento». La motivazione che ha portato i titolari a optare per questo tipo di scelta è semplice: «Da inizio anno – riferisce una delle bariste – abbiamo perso tre chiavi e siamo stati costretti a cambiare le serrature». Ma non sempre i “controllori” della pipì sono così fiscali: «Non chiediamo necessariamente il documento. Molti – aggiunge – lasciano qui gli occhiali o il telefono. L’importante è che ci sia qualcosa che funzioni come promemoria per riportarci la chiave».«Ci sono troppi tossicodipendenti che vanno a drogarsi dentro i bagni dei bar e, poi, ci risulta che il barista sia arrivato a tale scelta perché più di un cliente si sia portato la chiave del bagno a casa». Sulla toilette utilizzabile solo con un documento anagrafico in mano si esprime volentieri anche il direttore dell’Appe. «A prima vista mi sembra veramente molto strana la decisione del barista» osserva Filippo Segato, «capisco che se più di un cliente si è tenuto la chiave è giusto correre ai ripari. D’altronde la decisione si inquadra all’interno del dibattito spesso vivace sui bagni nei locali pubblici. Ci sono diversi gestori che sostengono che le toilette dei bar non sono pubbliche. Altri che per il loro uso fanno pagare 0,50 centesimi o addirittura un euro. Altri lo riservano ai soli clienti con un codice a barra scritto sullo scontrino. Come sempre tuttavia, serve buon senso».

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