adige, se non piove acquedotti a rischio in stato di crisi

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La siccità è arrivata a livelli d’allarme, con livelli di acqua nei fiumi di gran lunga al sotto dei valori medi stagionali. “In particolar modo – si legge in un’ordinanza emessa dal presidente della Regione, Luca Zaia – la situazione di carenza di disponibilità idrica nel fiume Adige mette a rischio l’approvvigionamento irriguo e in prospettiva anche idropotabile nelle zone servite da acquedotti con prelievi dal fiume”. Per questo motivo Zaia ha firmato un’ordinanza con la quale si conferma lo stato di crisi idrica (già decretato in maggio), in modo da poter attuare le misure necessarie a fronteggiare la situazione. Viene anzitutto stabilito che le utenze irrigue dovranno ridurre, a livello consorziale, il prelievo netto di portate derivate o subderivate dal fiume Adige, in base alla portata media registrata giornalmente a Trento San Lorenzo, secondo uno schema che prevede una riduzione percentuale progressiva a partire da 180 metri cubi al secondo fino a 80 metri cubi al secondo. Al di sotto di questa soglia la riduzione sarà del 100%. Verrà cioè vietata l’irrigazione. Il Consorzio di Bonifica Adige Po dovrà convogliare in Adige almeno 2 metri cubi d’acqua al secondo dalla presa Bova, a Badia Polesine, fino oltre la città di Rovigo. L’ordinanza stabilisce inoltre che le utenze irrigue di tutti i bacini idrografici, escluso il bacino del fiume Po, dovranno ridurre da subito il prelievo del 12%.

 

 

 

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