Un anno per definire l’attraversamento della Tav a Vicenza e trasformare dibattiti, scontri e confronti sul progetto in un accordo che porti alla Conferenza dei servizi. E sette anni per vedere l’alta velocità ferroviaria arrivare alle porte di Vicenza. Dopo la recente promessa del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio di dare il via libera alla Tav in Veneto entro la fine del 2016 – al massimo all’inizio del 2017 – ora è l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, a dettare i tempi di un’infrastruttura che il vicentino discute da decenni. L’investimento necessario è di 2.4 miliardi, anche se l’attuale disponibilità finanziaria è di 1,8 miliardi. A rimanere perplesso è Franco Miller, consigliere delegato alle Infrastrutture di Confindustria Veneto. «Possiamo non avere difficoltà a credere che davvero le opere fra Brescia e Verona partano nei primi mesi del prossimo anno – spiega – ma la tratta è suddivisa in quattro lotti e non è detto quale sia il primo ad essere costruito. Il nostro dubbio continua a rimanere su quello più ad Ovest, ossia il percorso che dovrà superare Brescia, e rispetto al quale una decisione sul tracciato non c’è». Miller non è solo. «Per quello che ci riguarda – interviene il presidente di Confartigianato, Luigi Curto – l’unica cosa certa è che la Tav arriverà a Verona, il resto è aria». Sicuramente, aperti i cantieri per la tratta Verona-Altavilla, affrontato il nodo-Vicenza, bisogna cominciare a pensare all’ultima tratta di Tav veneta mancante: la Vicenza est – Padova.