“In queste ore, dopo il primissimo giorno di scuola, mi giungono le voci preoccupate di famiglie di diverse province del Veneto, a cui gli istituti scolastici, in particolare quelli primari, chiedono di non mandare i propri figli in classe, ma di tenerli a casa. La cosa gravissima è che si tratta di bambini con certificazioni, quindi i più fragili, spesso con disabilità”. L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, si fa interprete della preoccupazione e dell’allarme delle famiglie (e delle scuole) di fronte ai primi effetti della cronica carenza di insegnanti di sostegno in Veneto. “Sto verificando con l’Ufficio scolastico regionale la portata del problema che pure avevo evidenziato già da qualche mese – prosegue Donazzan – Ma il fatto più grave, oltre all’assenza di insegnanti nell’organico di diritto, è la soluzione prospettata, ovvero di indurre le famiglie a tenere i loro figli a casa”. “Comprendo perfettamente la difficoltà di dare un buon servizio a questi bimbi senza l’aiuto dell’insegnante di sostegno – ammette l’assessore – Capisco anche la difficoltà di inserirli da soli in un gruppo classe articolato, forse in assenza anche di altri insegnanti di altre materie, ma la soluzione non è accettabile. Trovo grave che il Ministero non comprenda l’importanza di avere un organico ottimale sin del primo giorno di avvio dell’anno scolastico. Suggerirei al ministero di partire in ogni caso dagli insegnanti di sostegno, perché se la scuola deve essere inclusiva e un diritto costituzionalmente sancito, e se il nostro grado di civiltà ci impone di pensare innanzitutto ai più fragile, allora questa scelta e questa cattiva programmazione denotano una vera e propria incapacità da parte dello Stato di ottemperare ai propri doveri”.“Da parte mia, ho coinvolto il presidente del Veneto – annuncia Donazzan – perché ritengo che questo sia un problema da affrontare ai massimi livelli istituzionali”. “E chiedo alle famiglie e a tutte le realtà interessate di segnalare al mio assessorato ulteriori casi di mancato accoglimento nelle scuole del Veneto di alunni certificati – conclude – al fine di poter rappresentare agli organi competenti la portata del problema, in tutta la sua drammatica consistenza”.