Sviluppare proteine alternative riducendo materie prime non rinnovabili, emissione di gas serra e impatto ambientale rispetto alle fonti proteiche convenzionali. La sostenibilità dell’agricoltura passa anche di qui, cioè dalla produzione di proteine da soia, piselli, semi oleosi, erba medica, germe di mais e altre piante, che possono garantire cibo con un alto contenuto proteico e un processo produttivo più ecologico. Un processo che deve adeguarsi all’Agenda 2030 dell’Unione europea nelle aree rurali, che prevede cinque macroaree di azione tra cui la rigenerazione sostenibile dei territori, la transizione energetica e l’economia circolare.
Di questo si parlerà nel convegno “Agricoltura al centro per un futuro sostenibile”, organizzato da Confagricoltura Veneto e Confagricoltura Rovigo, che si svolgerà martedì 11 ottobre, alle 9, nella sede del museo Ca’ Vendramin a Taglio di Po, in provincia di Rovigo. L’occasione è offerta dalla “Settimana della sostenibilità del Delta del Po”, che metterà insieme progetti, esperienze, spunti di discussione e buone pratiche sul tema.
L’introduzione sarà affidata a Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo. Quindi Roberta Papili, responsabile delle politiche per il clima e l’energia di Confagricoltura, illustrerà il quadro politico-normativo dell’agricoltura sostenibile e della bioeconomia circolare. Giorgia Spigno, del dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, si concentrerà sulla produzione e l’impiego di proteine alternative di origine vegetale. Infine Anna Trettenero, della società HiWeiss, parlerà di proteine vegetali e crediti di carbonio: cioè il valore aggiunto che possono essere generati da una filiera sostenibile e circolare. Conclusioni affidate a Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto. Modera Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Veneto e Rovigo. “Il convegno presenterà esperienze innovative per lo sviluppo di proteine alternative e del riutilizzo dei residui di processo per realizzare prodotti da destinare principalmente al food, cioè all’alimentazione umana – spiega Anna Trettenero, nella giunta di Confagricoltura Veneto come presidente provinciale di Vicenza -. Il termine sostenibilità, oggi, a parole è fin troppo abusato, mentre quello che vorremmo fare noi è declinarlo anche nella pratica. Questo significa, ad esempio, costruire una filiera vegetale che miri a ottenere prodotti con caratteristiche qualitative e nutrizionali molto elevate con processi altamente tecnologici e ottimali per i terreni. Con l’agricoltura rigenerativa, che garantisce un minor impatto ambientale e rigenera la fertilità del terreno, possiamo catturare il carbonio nel suolo, ottenendo crediti misurati e certificati che potranno essere vantati sul prodotto finito. Un sistema virtuoso, che può aprire interessanti orizzonti per il futuro dell’agricoltura e accrescere il valore delle filiere. Oltre che garantire cibo di alta qualità e grande valore dal punto di vista nutrizionale”.