Il professor Carlo Foresta: “L’incidenza del tumore del testicolo, che colpisce i giovani maschi, aumenta del 2% all’anno in Italia e in particolare è più frequente nel nord Italia. Nel Veneto l’incremento più rilevante, che supera la media nazionale ma anche quella dei Paesi scandinavi, considerati fino ad oggi le regioni a più alta incidenza per questo tipo di tumore. Il maschio non si cura e non fa prevenzione a differenza della donna”. Il professor Zattoni, direttore della clinica urologica: “La diagnosi e l’intervento precoci consentono procedure più conservative ed evitano l’impiego di interventi chirurgici invasivi e terapie chemio e radioterapiche che inficiano la qualità della vita”. Gli ultimi dati del registro tumori italiani riportano una continua crescita di tumori testicolari, il tumore solido più frequente nei giovani uomini (il 12% di tutte le neoplasie tra i 15 e 49 anni), con 2.400 nuovi casi l’anno in Italia. Esiste una variazione geografica che da sud a nord rivela un aumento dei tumori al testicolo in Italia, e nel Veneto in particolare, stando ai risultati dell’ultimo studio della Fondazione Foresta di Padova, che ha incrociato i dati dell’Airtum (Associazione italiana registri tumori) con quelli provenienti da analoghi centri di raccolta del Nord Europa. E i numeri che escono sono inequivocabili. “Quali siano le cause di questa tendenza non è ancora dimostrato, ma è innegabile una relazione tra le alterazioni della funzione testicolare e il forte inquinamento ambientale, come già documentato nei Paesi scandinavi”, spiega il professor Carlo Foresta. “Negli ultimi anni la tendenza ad un incremento delle patologie sembra coinvolgere tutto il nostro Paese, ma in particolar modo il nord Italia, soprattutto per quanto riguarda l’incidenza del tumore testicolare: a Nord 7,6 al Centro 7,1 e al Sud 6,4 ogni centomila residenti di tutte le età. Nel Veneto questo fenomeno risulta essere ancora più evidente: qui l’incidenza sale a 8,3 casi, e diventa ancora più elevata considerando solo la popolazione di giovani under 50, superando addirittura i paesi scandinavi (12,3 contro 11,5), che sono ad oggi considerati come i Paesi a più elevata incidenza di questo tumore”. Nonostante questo, non si effettuano adeguate campagne di informazione e di screening, a differenza di quanto accade per altri tumori, come ad esempio il tumore del collo dell’utero che ha una incidenza minore (1 caso ogni 442 soggetti tra 0 e 49 anni) e che, proprio grazie alla continua proposta di screening, ha visto una netta riduzione sino a raggiungere tassi di incidenza di gran lunga inferiori a quelli del tumore del testicolo. “Va precisato che nella donna i tumori all’apparato riproduttivo stanno diminuendo, mentre quelli dell’uomo aumentano”, dice Foresta. “I motivi sono molti, tra tutti la scarsa attenzione che il maschio ha per la propria salute. È essenziale far capire anche all’uomo l’importanza della prevenzione, stimolando le politiche di informazione e di screening per queste patologie. Sebbene il tumore del testicolo interessi degli organi esterni e quindi facilmente controllabili, a differenza di altri tumori per i quali si fa prevenzione, di questa forma tumorale si parla poco. L’autopalpazione dei testicoli rappresenta un importantissimo strumento di prevenzione secondaria che tutti gli uomini dovrebbero effettuare all’incirca ogni mese”.