Su proposta dell’Assessore all’agricoltura e alla caccia Giuseppe Pan, la Giunta regionale ha prorogato anche per l’imminente stagione venatoria il regime sperimentale che consente da sei anni, nell’area dell’altopiano veronese, di abbattere sino ad un massimo di 600 capi, ripartiti a metà tra giovani (con meno di un anno di età) e adulti. «Si tratta di un prelievo del tutto sostenibile, che ha ottenuto il parere favorevole dell’ISPRA – commenta l’Assessore Pan – per contenere il proliferare della specie, visti i problemi causati nel territorio veronese, caratterizzato da spiccata vocazione agricola». In attesa dell’approvazione del nuovo piano faunistico venatorio regionale, in scadenza il prossimo anno, in considerazione della consistenza della popolazione di cinghiali, delle tipologie colturali, dei danni prodotti e degli aspetti naturalistici del territorio, la Giunta regionale riconosce anche quest’anno la possibilità di cacciare il cinghiale nell’area individuata come ‘unità di gestione Lessinia’, che si sviluppa tra il parco regionale della Lessinia, il fiume Adige, la Valpolicella, la statale 12 e a est fino al confine con la provincia di Vicenza. Nell’area interessata dall’attività venatoria, che si sviluppa per circa 50 mila ettari, si stima siano presenti circa 1000-1500 cinghiali. In media, dal 2010 al 2016, il prelievo venatorio autorizzato in via sperimentale ha abbattuto circa 400 capi (450 nella stagione 2015-2016). Quest’anno sarà quindi possibile cacciare i cinghiali dal 1° novembre sino al 31 gennaio 2017, sia da appostamento che con la tecnica della girata. Dal prossimo 15 agosto (data di apertura del prelievo di selezione del capriolo) al 31 ottobre sarà possibile esclusivamente la caccia di selezione.