Stefano Giordano, veneziano, 52 anni, avvocato, sposato con Barbara e padre di due figli, è il nuovo presidente nazionale della Fism, la Federazione italiana scuole materne. L’elezione è avvenuta nell’ambito del dodicesimo congresso nazionale della FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) che si è svolto a Roma incentrato sul tema “Uguali doveri, diritti diversi… A quando una effettiva parità?”, con l’intervento del segretario generale della CEI monsignor Stefano Russo, della vice-ministra all’Istruzione Anna Ascani, della sottosegretaria al Lavoro e delle Politiche Sociali Francesca Pugliesi, , del segretario della Congregazione Educazione Cattolica monsignor Vincenzo Zani del direttore dell’Ufficio Nazionale Educazione Scuola e Università della CEI Ernesto Diaco e del direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Giordano, già presidente della Fism veneziana e consigliere nazionale nell’ultimo quinquennio, succede a Bianca Maria Girardi e avrà al suo fianco Lucia Stoppini, direttore della Fism trentina, riconfermata alla vicepresidenza. “Senza le scuole paritarie decine di migliaia di bambini sarebbero senza scuola. Magari lo Stato riconoscesse davvero che le scuole paritarie sono una risorsa per il Paese, nei limiti della Costituzione. In realtà lo Stato continua a penalizzare alunni e famiglie alunni delle paritarie, costringendole a pagare due volte il servizio di istruzione, con le tasse e con la retta”. Con queste parole, che sollevano una vecchia e polemica, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha salutato la nomina dell’avvocato veneziano a presidente Nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne – FISM.“La Regione è pronta a proseguire e, laddove possibile, rafforzare la collaborazione con questo prezioso settore del mondo educativo – aggiunge Zaia – anche perché in Veneto 84 mila bambini, cioè due bambini su tre sotto i 6 anni, possono frequentare una scuola dell’infanzia grazie alla presenza degli istituti paritari. Se non ci fossero 1100 scuole materne paritarie quei bambini non potrebbero esercitare il loro diritto all’educazione. La Regione Veneto investe ogni anno 31 milioni del proprio bilancio per garantire il diritto alla scuola ai più piccoli. E tutto ciò avviene in un regime di ormai cronica sottovalutazione da parte dello Stato del servizio pubblico offerto dagli istituti paritari, nonostante il gradimento dell’utenza per la qualità dei servizi educativi e il grande risparmio per l’erario pubblico, visto che il costo pro capite di una scuola dell’infanzia pubblica è più che doppio rispetto a quello di una scuola paritaria”.