BOMBA A SEDE LEGA: ARRESTO

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E’ un anarco-insurrezionalista spagnolo, Juan Antonio Sorroche Fernandez, 42 anni, l’uomo fermato dalla polizia per l’attentato alla sede della Lega di Treviso, il 12 agosto 2018. Latitante, perchè gravato da altri ordini di carcerazione della magistratura italiana, dovrà rispondere di strage e attentato con finalità di terrorismo. Il suo Dna è stato rinvenuto sull’ordigno. Davanti alla sede leghista erano state trovate una bomba carta già esplosa, ed un secondo ordigno, poi disinnescato. Sorroche è ritenuto organizzatore ed esecutore del fallito attentato. L’ipotesi era quella che la prima ‘bomba carta’ esplosa fosse un trappola per richiamare l’attenzione sulla seconda bomba, una pentola a pressione con chiodi e innesco a tensione, che poteva scoppiare quando qualcuno fosse giunto sul posto. A lui gli agenti sono arrivati seguendo gli spostamenti di Manuel Oxoli, un anarchico bresciano che avrebbe fornito supporto a Sorroche per la clandestinità, e che è stato a sua volta arrestato. Il provvedimento della Procura Distrettuale di Venezia, eseguito dalla Digos lagunare con il supporto della Direzione centrale polizia di prevenzione, è già stato convalidato dal gip di Brescia, dove è stato eseguito il fermo. Sorroche aveva partecipato al G8 di Genova nel 2001, alle manifestazioni anti Tav a Torino, al furto della torcia olimpica a Torino 2006. L’attacco dinamitardo, secondo gli inquirenti, era stato progettato come una trappola. La prima bomba era un’esca, ma nessuno se ne accorse. Così dopo l’esplosione la Questura venne avvertita tramite un comunicato di rivendicazione uscito sul sito “Roundrobin“. Un secondo ordigno era stato messo tra una ringhiera e un muro in una delle uscite della sede leghista. Il Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha sottolineato come “è difficile che un’azione del genere possa essere fatta da una sola persona. Quella bomba, che poi erano due, poteva fare una strage”. Il gesto venne rivendicato fin da subito da una cellula anarchica, “Haris Hatzimihelakis /Internazionale” che con un comunicato online, datato 12 agosto, ma circolato il 15 sul web, spiegava le sue ragioni: “Rivendichiamo la collocazione contro politici, sbirri e loro tirapiedi. A tutto questo non vogliamo essere complici, alla violenza indiscriminata degli Stati ci opporremo con la violenza discriminata contro i responsabili di tutto ciò”.

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