L’invasione dei 10mila. Per ricordare la Cadore hanno sfilato in duemilacinquecento, tutti gli altri assiepati lungo il percorso per applaudire le penne nere e onorare la Brigata. C’era una variabile imponderabile che gravava sul buon esito del raduno alpino di ieri nella città di Belluno: il tempo. Ma il buon Dio, o Giove Pluvio che dir si voglia, ha concesso una lunga tregua alla pioggia che, invece, si era scatenata intorno alla mezzanotte di sabato. Cielo velato a tratti, ma tutti sono rimasti all’asciutto, il che voleva dire che almeno il 50% della riuscita del raduno era già stato portato a casa. Dopo l’alzabandiera in piazza dei Martiri, con picchetto armato del 7° Reggimento e fanfara di Borsoi, i riflettori si sono spostati su viale Giovanni Paolo I° per l’ammassamento, gli onori alle massime autorità civili e militari e la partenza della sfilata, avvenuta intorno alle 10.30 e aperta dalla sempre applauditissima fanfara dei congedati della Cadore. Nel frattempo piazza dei Martiri andava riempiendosi di pubblico, sia sulle tribune che nel parterre del vecchio Campitello un tempo animato di sera proprio dai militari di leva. Un rapido calcolo delle presenze, effettuato dal servizio d’ordine sezionale, aveva già fatto registrare oltre 2mila partecipanti alla sfilata e circa 7/8.000 persone assiepate lungo il percorso.