“CHI BERRA’ L’AMARO CALICE?”

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Zaia lontano dal territorio e male informato sui Pfas: la Miteni continua a produrre sostanze a “catena corta”, che secondo gli esperti sono più pericolose di quelle a catena lunga prodotte in passato e passano nei filtri pensati per la vecchia produzione. Intanto il presidente della Re­gione dice che non ci sono più rischi e qualcuno dei suoi potrebbe bere il “calice amaro”. A puntare il dito contro una situazione che si aggrava ogni giorno di più è Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale veneto.  “Za­ia e i suoi cercano di tappare le falle, ma ignorano che i prodotti che escono dalla Miteni ora sono pericolosi come e forse più di quelli a catena lunga, dato che i filtri attualmente utilizzati dall’azienda non servono contro i Pfas a catena corta – avvertono Berti e il consigliere regionale M5S Manuel Brusco – non siamo noi a dirlo, sono esperti del settore e addetti ai lavori”. Il Movimento 5 Stelle ha presentato infatti a suo tempo, tanto alla Procura di Venezia quanto a quella di Vicenza, esposti sull’argomento contro la Miteni e contro la Regione stessa.  “Il governatore del Veneto è ancora una volta male informato dai suoi – sottolineano Brusco e il capogruppo del Movimento 5 Stelle – e nella sua torre d’avorio a Palazzo Balbi continua a non avere un quadro completo della situazione, che sta diventando sempre più complessa. E i soldi che sono stati spesi o stanziati per filtri, controlli e ricerche varie saranno letteralmente gettati via a causa di questo corto circuito nella catena di comando regionale”.

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