Luca Claudio ha lasciato la Casa circondariale di strada Due Palazzi, dopo otto mesi e nove giorni di reclusione. Il giudice Tecla Cesaro, lo stesso che aveva accolto la sua richiesta di patteggiamento a quattro anni di carcere, gli ha concesso gli arresti domiciliari. A bordo di un Suv di colore scuro, in cui ha preso posto anche il tenente colonnello Luca Lettere, scortato da tre auto della Guardia di finanza, l’ex primo cittadino di Abano ha preso la strada del Polesine. Claudio sconterà infatti la pena in un appartamento preso in affitto a Porto Levante, in comune di Porto Viro, a due passi dal Delta del Po. Potranno fargli visita esclusivamente i famigliari, ed in particolare l’ex moglie, i tre figli e gli anziani genitori. La scelta di Porto Levante è maturata a sorpresa dopo lunghe e laboriose trattative tra i difensori di Claudio, il penalista Ferdinando Bonon e il professor Giovanni Caruso, e il giudice. Dopo aver ottenuto il parere favorevole del pm Federica Baccaglini alla concessione dei domiciliari, i legali dell’ex sindaco hanno formulato due proposte in alternativa. Il ritorno nell’abitazione di famiglia, in via Campagna Bassa, a Montegrotto, Il giudice Cesaro le ha scartate entrambe, sostenendo che l’ex sindaco non può tornare – almeno per ora – a respirare l’aria delle Terme, cioé di quel territorio in cui si è reso protagonista di numerosi episodi di corruzione e concussione. A breve l’ex sindaco sarà chiamato ad affrontare il secondo processo, quello legato alla pretesa e mai incassata tangente da 280mila euro per i lavori di riqualificazione ambientale dell’ex discarica di Giarre. Deve rispondere dei reati di concussione, induzione indebita a promettere favori e concorso in turbativa d’asta.