Si sono conclusi – a seguito della necessaria bonifica bellica – i lavori di adeguamento del Bacino di Evoluzione n.3 alla quota prevista dal Piano Regolatore Portuale, iniziati il 23 aprile scorso. L’operazione, che rientra nella più articolata attività di escavo manutentivo prevista dal Piano Operativo Triennale 2018-2020, ha comportato l’escavo di circa 80 mila mc di sedimenti. Grazie a questo importante intervento, oggi il porto di Venezia è per la prima volta in grado di ricevere navi porta contenitori da 8500 TEU; queste andranno a rinforzare la flotta di navi che operano sulla rotta Venezia-Estremo Oriente, attiva nel nostro porto da diversi anni e che non ha mai smesso di scalare a Venezia durante l’ultimo anno e mezzo, la cui rilevanza strategica è confermata dall’impegno delle compagnie della Ocean Alliance a garantire il servizio con frequenza settimanale. Va precisato che, la decisione relativa alla calendarizzazione delle unità da impiegare nel servizio non può essere in alcun modo influenzata dall’Autorità di Sistema Portuale, dipendendo totalmente dalla programmazione delle compagnie marittime con cui, ovviamente, l’Ente ha già avviato una proficua interlocuzione. Le compagnie infatti scelgono autonomamente la turnazione e la programmazione delle navi sulla base di una molteplicità di variabili di mercato, come il valore dei noli e il prezzo del carburante. Il fatto che navi di tale stazza tocchino o meno il Porto di Venezia non va in ogni caso a ridimensionare le performance dello scalo che, anzi, nel corso del 2017 ha stabilito il suo record storico sul fronte del traffico container, superando i 611 mila teu movimentati. “Ringrazio il Sindaco Brugnaro per la possibilità che ci offre di chiarire, ancora una volta, che gli escavi volti ad accogliere navi da 8500 TEU sono conclusi – dichiara Pino Musolino, Presidente dell’AdSPMAS –.
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