Cortina, la pista da bob non si farà

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AURORA FLORIDIA - SENATORE

La pista da bob non si farà in Italia. Mancano le condizioni ambientali ed economiche. Alla fine anche Giovanni Malagò, il presidente del comitato organizzatore della Fondazione Milano-Cortina, ammette e annuncia che l’unica alternativa è all’estero.
“Un passo importante, che segna finalmente una decisione di buon senso – dice la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia-. Mancano le condizioni ambientali ed economiche. Col nostro ordine del giorno, votato all’unanimità alla Camera – ha proseguito Floridia – il governo si era impegnato a valutare tutte le soluzioni ambientalmente e finanziariamente sostenibili. Sarebbe stato folle costruire ex novo un’opera energivora e sprecare fondi pubblici per un bacino di utenza limitato, in un momento di forte ristrettezza economica che grava sulle spalle delle comunità montane. Un grande gioco di squadra a livello locale, regionale e nazionale, anche tra associazioni e comitati del territorio, vere sentinelle di un patrimonio paesaggistico che tutto il mondo ci invidia e ammira. Respiro di sollievo e lieto fine per l’ambiente, per le casse dello Stato e per lo sport”, conclude Aurora Floridia.
Per realizzare l’impianto sul tracciato della vecchia pista Eugenio Monti a Cortina, che peraltro avrebbe provocato un considerevole impatto sull’ambiente, sarebbero serviti almeno 150 milioni di euro. Troppi, anche a fronte di un cronoprogramma che ormai era diventato una corsa contro il tempo, spingendo le imprese a non considerare nemmeno l’idea di sobbarcarsi la costruzione della pista. Il masterplan iniziale di Milano-Cortina prevedeva a il rifacimento della pista Eugenio Monti. Ben presto però si è capito che una semplice ristrutturazione non era possibile: di fatto bisognava demolire il vecchio tracciato – l’unica cosa che finora era stata portata a termine – per poi costruirne uno nuovo. Inizialmente si parlava perfino di una spesa di poco superiore ai 40 milioni di euro. Il conto si è ingrossato man mano che si accumulavano i ritardi rispetto al piano iniziale, fino ad arrivare a una cifra complessiva di circa 124 milioni. Tra i principali motivi dell’insuccesso, il posizionamento della pista esposta direttamente al sole. A metterci definitivamente una pietra sopra ci ha pensato il ministro dello Sport, Andrea Abodi: anche per rimettere in vita Cesena sarebbero servite troppi soldi.