«Le imprese edili veneziane sembrano essere sempre meno coinvolte nei lavori pubblici di ambito provinciale. Se poi, anche per modesti interventi di manutenzione come quelli per le isole lagunari minori, vengono chiamate imprese di Firenze e addirittura di Reggio Calabria, allora la situazione deve aver raggiunto livelli paradossali molto accentuati», l’Ance Venezia, l’associazione territoriale delle imprese edili, torna a porre l’accento sulla tendenza delle stazioni appaltanti veneziane a non tenere troppo in considerazione le imprese del territorio, persino per quei lavori “sotto soglia” per cui la legge prevede una procedura negoziata a invito senza la pubblicazione del bando. «Quello che si continua a non capire – commenta Ugo Cavallin, presidente di Ance Venezia – è che, prima ancora che l’interesse delle imprese locali, è messo a rischio lo stesso interesse dell’amministrazione ad avere opere eseguite bene, con costi e tempi certi. Lavorare nelle isole lagunari implica alcune diseconomie per aspetti logistici e richiede competenze e dotazioni specifiche. È quanto mai opportuno – spiega Cavallin – garantire un’adeguata rappresentanza delle imprese locali almeno nella fase di invito. A tale riguardo, ci sembra che vada nella giusta direzione la decisione della Città metropolitana di Venezia di prevedere un criterio di “maggiore idoneità operativa rispetto al luogo di esecuzione”».