È costretta in un letto della Terapia intensiva del Ca’ Foncello. Ha 78 anni e una salute precaria: le macchine la tengono costantemente sotto osservazione. Da lì riesce a intravedere uno spicchio del mondo esterno solo attraverso la finestra. Ma non intende rinunciare alle feste del suo cagnolino. Un beagle che con le sue grandi orecchie riuscirebbe a strappare un sorriso a chiunque. E non è un mistero che coccolare il proprio miglior amico a quattro zampe rappresenta un aiuto anche durante le terapie più pesanti e nei momenti di estrema difficoltà. Lei non può uscire. Così ha chiesto a medici e infermieri di far entrare lui. Un cane all’interno della Rianimazione? Sembrava impossibile. Invece no. La direzione dell’Usl ha accolto la richiesta. E sta facendo il possibile per esaudire il desiderio della 78enne. Non è semplice. In casi del genere non si può lasciare nulla all’improvvisazione. «Per noi è una prima volta. Stiamo facendo tutto il possibile per esaudire il desiderio della paziente spiega Francesco Benazzi, si potrà lavorare per farlo diventare un servizio stabile.