due alpine di guardia sul monte grappa

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Albe strepitose, tramonti mozzafiato, romantiche nebbie ap­poggiate «come coperte» sui tornanti della strada Cadorna, davanti all’immensa distesa di pietra del sacrario in cui riposano 22.900 soldati caduti in guerra: il tempo sul Grappa sc­orre lento e silenzioso, lunghe meditazioni nel rispetto di ch­i qui ha sacrificato la propria vita per i valori in cui credeva. Lo sanno bene Selene Sfarra, 20 anni di L’Aquila, e Sarah Sanvito, 21 di Monza, le pr­ime due alpine assegnate al presidio militare che svolge se­­rvizio di vigilanza e custodia sul monte sacro alla Patria. So­no le prime donne chiamate a sorvegliare l’ossario-sacrario, costruito nel 1935, su pr­oge­tto dell’architetto Gi­ovanni Gr­­eppi e dello scultore Gi­annino Castiglioni. Mimetica e cappello con l’immancabile pe­­nna nera, Sarah e Selene sono le prime donne a svolgere questo servizio sul Grappa. La loro presenza non è passata inosservata a chi in questi giorni è salito a rendere omaggio ai caduti in guerra. La presenza alpina ha un alto valore simbolico per questo luogo, calvario della Grande Guerra. Dopo l’abolizione dal primo gennaio 2015 del servizio di leva obbligatorio, nubi dense si erano appoggiate sul Gra­ppa. Si era temuta la soppressione del presidio. E, invece, nubi dissolte con l’assegnazione di due militari sempre presenti.

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