Che futuro possono avere le (ex) Province in Veneto? È il tema del convegno promosso dalla Cisl veneta (Unione Regionale e Federazione della Funzione Pubblica) per oggi 22 novembre a Mogliano Veneto e che avrà tra i suoi ospiti anche il sottosegretario Achille Variati e i segretario nazionale FP Cisl Maurizio Petriccioli. Le vituperate Province dovevano uscire definitivamente di scena ancora 2 anni fa ma il colpo di grazia è stato loro negato con la vittoria del No al referendum per la riforma costituzionale del 4 dicembre 2016 (era prevista la loro cancellazione dalla Carta Costituzionale). Oggi sono un ente di secondo livello (i loro rappresentanti non vengono eletti dai cittadini) con compiti di coordinamento territoriale a cui sono stati ridotti i trasferimenti dello Stato, espropriate le entrate proprie e tagliato il personale (che è passato ad altri enti, come la Regione o la Città Metropolitana dove questa esiste, come in Veneto). Anche le loro funzioni sono state ridimensionate e si limitano alla pianificazione territoriale, dei trasporti e della rete scolastica. Devono anche gestire le strade provinciali e l’edilizia scolastica. Infine: controllare i fenomeni discriminatori nel lavoro. In Veneto la situazione è complicata dalla presenza della Città Metropolitana, anche questa rimasta a metà del guado rispetto alla sua definizione istituzionale. La Regione del Veneto (che deve gestire questa riorganizzazione) ha ipotizzato un progressivo calo dell’organico complessivo da poco più di 2.800 unità a meno di 1.400. A completare e complicare il quadro la richiesta di autonomia differenziata avanzata dal Veneto che prevede che il loro riordino venga deciso a livello di Regione. A Mogliano Veneto la Cisl ha chiamato a confrontarsi sul loro futuro anche il vicepresidente della Regione Veneto, Forcolin, il vicepresidente nazionale UPI Marcon.