Si è ormai conclusa in Polesine la campagna del grano, ma sta partendo quella del farro, che chiude la mietitura dei cereali a paglia per il 2016. La superficie investita è ancora modesta, ma il farro potrebbe diventare il cereale della speranza nella depressione ormai cronica dei prezzi di settore. Lo crede fortemente la cooperativa agricola Villa Nani di Bagnolo di Po, che ha investito mezzi e formazione per la ripresa colturale del farro, che ormai era scomparso dalle campagne polesane. «I nostri soci hanno investito a farro circa 150 ettari – spiega il presidente di Villa Nani, Damiano Giacometti – sparsi tra medio-alto Polesine, ferrarese e veronese. Stiamo lavorando ormai da tempo per la ripresa di questo cereale e siamo convinti che possa riaprire una porta di speranza per la redditività delle imprese agricole, per le quali il settore cerealicolo non è più remunerativo. Il farro – infatti – spiega Giacometti – è un cereale rustico, che si adatta bene ovunque; si presta come coltura integrativa per diversificare gli indirizzi produttivi, come coltura sostenibile perché a basso impiego di mezzi tecnici, con ridotti consumi idrici e limitate lavorazioni, di conseguenza ha bassi costi di produzione. Proprio per questo – conclude – a Villa Nani stiamo pensando di ricostruire a vantaggio degli imprenditori agricoli anche le fasi di trasformazione del cereale, successive alla produzione. Siamo convinti che il farro sia una nuova opportunità da non sottovalutare».