Nel 2018 la flotta marittima polesana schierava ben 170 pescherecci, ovvero un quarto circa dell’intera flotta veneta. Si tratta di una cifra in leggero aumento se riferita allo scorso anno (+0,6%), ma in forte calo rispetto al picco registrato nel 2009 (- 8,1%). Va comunque rilevato che stazza e potenza motore sono aumentati nel corso dell’ultimo decennio. La flotta del Polesine si caratterizzata per la sua artigianalità, visto che il 67% circa delle imbarcazioni presenta una lunghezza inferiore ai 12 metri che, sommate alle tante barche e barchini di V categoria utilizzate negli impianti di molluschicoltura, rispecchiano appieno le caratteristiche produttive dell’area del Delta del Po. Con 2.080 imprese impegnate nella produzione primaria, registrate alla Camera del Commercio, nel rodigino sono presenti quasi il 68% delle aziende del settore ittico regionale. Più specificatamente, rispetto al 2009, il numero delle imprese della pesca marittima (731 unità) è rimasto pressoché invariato, mentre quello delle imprese operanti nell’acquacoltura (1.349 unità) è cresciuto dell’11%. Considerando anche le aziende operanti nelle attività a valle del settore ittico, come quelle della trasformazione, conservazione e del commercio dei prodotti alieutici, nella provincia di Rovigo sono attive complessivamente 2.481 imprese. Nell’area del Delta del Po sono attivi tre mercati ittici, vale a dire Pila-Porto Tolle, Porto Viro e Scardovari, che si differenziano per tipologia di prodotto commercializzato. Infatti, se a Pila-Porto Tolle a prevalere è il pesce azzurro, a Porto Viro nel corso degli anni ci si è specializzati nell’attività di pesca nelle acque dolci e salmastre, mentre a Scardovari è predominante la produzione di mitili e vongole. Vale la pena sottolineare che tutti i mercati ittici di quest’area accentrano l’offerta di prodotti ittici provenienti esclusivamente dalla flotta locale.