A fronte del grave incidente accaduto a Venezia domenica scorsa, quando una nave da crociera MSC ha impattato con forza un battello fluviale turistico causando diversi feriti e gravi danni alla banchina, Legambiente tiene a ribadire e precisare la propria posizione sul tema delle Grandi Navi, posizione che l’associazione ambientalista afferma con chiarezza sin dal 2013. Riteniamo, si legge in una nota, che annuncia il corteo per oggi sabato 9 giugno, che le navi da crociera oltre le 40.000 tonnellate non debbano più transitare per il centro storico della città né tanto meno ormeggiare presso la stazione marittima di San Basilio o l’attuale Porto del Tronchetto che risulta, a nostro avviso, non idoneo ad ospitare simili ‘giganti’ del mare, sia per l’inadeguatezza delle infrastrutture che per l’assenza di garanzie sul fronte della sicurezza per la navigazione. “Ribadiamo”, dicono, “che siamo fermamente contrari allo scavo di nuovi canali, né riteniamo possibile l’escavo dei canali già esistenti, a meno dei lavori necessari per l’ordinaria manutenzione. Pertanto, la proposta avanzata dalla attuale Amministrazione Comunale, che intende adeguare il canale Vittorio Emanuele per consentire alle navi di raggiungere le attuali banchine del Porto marittimo, viene da noi respinta. Crediamo che la deviazione su Porto Marghera della crocieristica possa costituire un’occasione straordinaria per riqualificare e riabilitare tale area, da sempre considerata ‘il punto nero’ della città di Venezia, a patto che l’accesso venga regolamentato e consentito solo a navi di tipologie e dimensioni adeguate alla morfologia lagunare”. Ma sul punto è subito intervenuto il ministro delle Infrastrutture Danilo «Non mi venga detto che Marghera è un’ipotesi percorribile in 5 minuti». Così il ministro ha commentato ai microfoni di Radio Anch’io l’ipotesi alternativa al passaggio delle Grandi Navi nel canale della Giudecca a Venezia, proposta dal sindaco lagunare Luigi Brugnaro e avallata anche da Legambiente.. “Marghera è un sito industriale – ha spiegato Toninelli – per creare una banchina bisogna prima bonificare e si sa che le bonifiche impiegano anni. Dopo bisogna creare una banchina nuova, cioè altri anni. In più quello è un sito industriale con pericolo e rischi rilevanti. Poi lì c’è il rischio di un passaggio promiscuo – ha concluso Toninelli – : prima in un canale stretto passa una petroliera e poi una nave da crociera. E a me preoccupa”.