I risparmi del nord? “Dritti al sud”

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“Non firmerò mai un accordo al ribasso che farebbe portare a casa una finta autonomia”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia in un’intervista a La Stampa dopo la fumata nera del vertice di Palazzo Chigi. “Il fatto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia avocato a sé il dossier”, ha aggiunto il presidente della Regione, “mi fa ben sperare”. O ora aspetta la bozza che produrrà il governo per valutarla con molta attenzione. Ma il gelo è calato dopo le dichiarazioni che il ministro per il Sud, la grillina Barbara Lezzi ha rilasciato alla trasmissione radiofonica Radio anch’io, su radio Rai 1. “La nostra linea rossa sulle autonomie”, ha detto, “riguarda il Fondo di perequazione e i Livelli essenziali delle prestazioni. Nel nostro Paese esistono dei divari inaccettabili che si sono accumulati nel corso degli ultimi decenni. Con le autonomie, così come erano state richieste, si sarebbero cristallizzati e accentuati”. Per la ministra Lezzi il Fondo di perequazione deve essere alimentato anche da un eventuale surplus, che deve essere stabilito, delle Regioni che chiedono l’autonomia. “Nell’ultima riunione”, ha spiegato, “ci saremmo aspettati un testo scritto, che avesse recepito chiaramente tutto quello che era stato detto durante la scorsa settimana. Questo testo non c’era, per cui abbiamo accantonato il tema risorse perché deve essere di nuovo rivisto, alla luce di quello che tutti noi, molto serenamente, abbiamo stabilito durante la precedente riunione”. Sul punto c’è da registrare anche una dichiarazione del presidente della Lombardia, l’altro leghista Attilio Fontana. “Il ministro Lezzi dice che il M5S sarà intrasingente su fondo perequazione? Bella idea, quindi tutti i cittadini che risparmiano devono dare i soldi allo Stato invece di tenersi. Questo è il concetto. Se sono queste le condizioni è meglio cambiare discorso e argomento”. Insomma, attorno al tema dell’autonomia tanto caro a Zaia la battaglia elettoraletra Lega e M5S si fa incandescente.

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