igor, la caccia è al capolinea

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Che Igor Vaclavic, al secolo Norbert Feher non fosse più nella “zona rossa” era qualcosa di più di un sospetto. A quasi due mesi dal primo omicidio, anche le pattuglie dei carabinieri lungo la Statale Adriatica si sono via via diradate fino a scomparire. E fuori dalla zona rossa, ad esempio sui ponti che portano verso il Polesine (dove Igor era di casa e ha colpito più volte) o verso le valli di Comacchio e il Delta, non c’è più traccia di quei controlli che hanno contrassegnato i giorni della grande caccia all’uomo iniziata l’8 aprile. Una mezza ammissione che la “caccia all’uomo” non ha funzionato è arrivata da Molinella, dove è stato organizzato un incontro pubblico nel corso del quale i carabinieri divulgheranno un vero e proprio vademecum per dare risposte concrete alle richieste della popolazione, allarmata prima dalla presenza massiccia di pattuglie sul territorio e ora dal progressivo rientro degli uomini nelle caserme. La caccia a Igor va avanti, certo. Ma con diverse tecniche investigative. Per esempio si è venuto a sapere che decine e decine di utenze telefoniche intercettate, e di due possibili complici di Igor messi sotto stretto controllo, Ma anche di perquisizioni (in particolare nella bassa ravennate). Il sospetto è che un complice, magari quello che aveva fornito a Igor due telefonini e con il quale era rimasto in contatto fino al primo omicidio, lo abbia potuto aiutare ad uscire dalla zona rossa. Tornando all’incontro di Molinella, nel depliant che verrà distribuito ci sono scritte le regole pratiche su come comportarsi in caso ci si trovi davanti ad un soggetto potenzialmente pericoloso.

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