Il bando straordinario Inail rimante un’attesa logorante

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Che fine hanno fatto quei 200 milioni euro del bando straordinario Inail, che, con l’aggiunta del cofinanziamento privato, possono salire fino a 308? Le imprese se lo chiedono, ma, al momento, dall’Inail non giunge risposta. Ma di che cifre parliamo? Fabbrica Padova centro studi di Confapi, ha fatto un po’ di conti. Come noto il Bando Isi Inail copre fino al 65% delle spese ammissibili totali, per cui i 200 milioni salgono potenzialmente a 308 aggiungendo il cofinanziamento privato. Considerando che prima della cancellazione il Bando Isi Inail prevedeva uno stanziamento di 250 milioni di euro per il 2020, di cui circa 21 destinati alle imprese del Veneto, mantenendo la stessa proporzione si può calcolare che alle imprese della regione col nuovo bando straordinario dovrebbero arrivare finanziamenti per circa 16 milioni. Che, col meccanismo del cofinanziamento, salgono a poco meno di 25, dei quali almeno 5 destinati al territorio padovano.
«Si trattava di un impegno preso da parte del Governo ed è ovvio che andasse rispettato. E invece, a questo punto, il rischio più serio è che, se anche il nuovo bando straordinario dovesse essere pubblicato nei prossimi due mesi, comunque l’apertura dello sportello di registrazione a quel punto slitterebbe molto probabilmente a marzo o aprile, in totale contrasto con la volontà, tanto sbandierata, di fare arrivare subito i soldi alle imprese già piagate dalle conseguenze della pandemia», rimarca il direttore di Confapi Padova Davide D’Onofrio, che prosegue così la sua riflessione: «Nelle sue nove precedenti edizioni il Bando Isi Inail si era rivelato uno strumento essenziale di supporto alle imprese che decidono di investire in interventi e macchinari in un’ottica di aggiornamento tecnologico e di sicurezza per i propri dipendenti, stanziando nel complesso 2,4 miliardi e consentendo di finanziare la realizzazione di quasi 32 mila progetti. Si tratta, in ogni caso, di risorse che sono state tolte e ancora non sostituite da altri strumenti di sostegno. Ora, la prima considerazione da fare è che risulta illogico preservare i dipendenti dal rischio Covid-19 ma continuare a esporli al rischio di infortuni sul lavoro, venendo a mancare gli investimenti che aiuterebbe a prevenirli. A tal proposito è bene ricordare che gli infortuni sul lavoro e delle patologie connesse sono in costante aumento: nel 2019 le denunce presentate all’Inail sono state 641.638, 915 in più rispetto alle 640.723 del 2018 (+0,1%). Ma c’è almeno un’altra conseguenza diretta: la revoca del Bando Isi Inail porterà alla potenziale perdita di occupazione nei settori che producono e offrono servizi e macchinari finanziati attraverso il Bando stesso. È così che si rilanciano gli investimenti?».