Denuncia di aver subito percosse da parte di quello che ormai è il suo ex titolare. Questi, proclamandosi innocente, ha portato lei in tribunale per calunnia. È una vicenda a doppio filo quella giunta a palazzo di giustizia, a Belluno, ma rinviata perché il giudice onorario di tribunale Luca Berletti è stato giudicato incompatibile per questo tipo di reato. L’udienza prevedeva la deposizione dei testimoni. L’imputata è Meriem Jaafri, nata in Marocco il 22 giugno del 1975, collaboratrice di Claudio Bortolotto che ai tempi dei fatti gestiva un ristorante a Fonzaso ed era il suo titolare. La donna il 27 marzo 2015 presentò denuncia per lesioni ai carabinieri della stazione di Feltre: forte di un referto medico che stabiliva una prognosi di sei giorni, affermò di essere stata afferrata per un braccio e strattonata da Bortolotto che le avrebbe quindi provocato dei traumi al collo e alle cervicali. Accuse che l’uomo, residente a Resana nel Trevigiano, rigetta completamente. Da qui la decisione di denunciare la donna e di costituirsi parte civile. Ciò che avrebbe scatenato la vicenda potrebbe essere stato il licenziamento che Bortolotto ha presentato alla donna poco prima della presunta aggressione. Egli, titolare di ristorante, era il datore di lavoro della Jaafri . L’accusa, oltre a sostenere l’assoluta estraneità dei fatti da parte del proprio assistito, ritiene che il referto del Pronto soccorso non è riconducile all’episodio oggetto della denuncia querela.