In due casi su tre il tirocinio non rappresenta un’isolata esperienza di lavoro ma uno strumento per un inserimento stabile nel mercato del lavoro. I tirocini avviati e conclusi in Veneto tra il 2013 e il 2015 sono circa 70 mila e al 69% di essi ha fatto seguito un rapporto di lavoro più stabile o un altro tirocinio, spesso presso la stessa azienda in cui si è svolto lo stage. Lo rileva l’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro, che ha pubblicato la seconda parte di un report di approfondimento dedicato a quella che negli ultimi anni si è rivelata una misura di politica attiva sempre più diffusa per l’inserimento lavorativo di soggetti disoccupati e inoccupati e per far entrare in contatto con il mondo del lavoro studenti e giovani in uscita dai percorsi di istruzione e formazione. “Il tirocinio – commenta l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan – si rivela sempre più strumento importante per l’inserimento nel mondo del lavoro veneto, non solo per i giovani alla ricerca del primo impiego, e il fatto di averli inseriti tra le misure di Garanzia Giovani lo dimostra, ma anche per quella platea di disoccupati over 30 cui bisognerà porre sempre maggior attenzione e sui quali la Regione è intervenuta e sta intervenendo con specifiche misure di politica attiva. “È quindi utile – riprende l’assessore regionale – incentivare i giovani e non solo a intraprendere percorsi di tirocinio per inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro con buone possibilità di far seguire a tale esperienza un contratto più stabile.