“Le infiltrazioni mafiose in Veneto raggiungono limiti inaccettabili. I dati di Bankitalia, Dia e Università Bo di Padova, nell’analisi presentata dall’Osservatorio regionale, – dichiarano il deputato Enrico Cappelletti e la senatrice Barbara Guidolin del M5S veneto – indicano edilizia, immobiliare e commercio quali settori più esposti. Si considerino inoltre i reati ambientali e quelli minori mai denunciati”. L’attentato all’ex direttore del Giornale di Vicenza Ario Gervasutti, compiuto da un affiliato alla ‘ndrangheta – fanno notare – è solo l’ennesima indagine che riguarda le mafie in Veneto.
“La presenza ed i contatti con esponenti politici – proseguono Cappelletti e Guidolin – è stata sottostimata o spesso negata, la criminalità organizzata di stampo mafioso in Veneto è ormai una presenza stabile”.
I risultati di una ricerca condotta dall’Università di Padova indicano che le aziende venete a rischio infiltrazione mafiosa oscillano tra il 5 e il 7%, circa trentamila imprese. E’ indubbio che siano appetibili i cantieri e i finanziamenti multi milionari con fondi Pnrr e le Olimpiadi, senza contare progetti faraonici e discussi da molte associazioni e comitati locali come quello tramviario su mono rotaia di Padova che porterebbe cantieri di varia natura per oltre 5oo milioni di euro. Un bocconcino potenzialmente appetibile.
La criminalità fa affari con le imprese del nord est, siamo tutti chiamati ad una allerta certosina e capillare. Camorra sul litorale veneziano? 452 anni gli anni di carcere richiesti per gli imputati, il maggiore processo di Mafia dal tempo della mala del Brenta. Il processo ai “casalesi” di Eraclea, poi ‘ndrangheta a Verona con condanne per 150 anni al processo ‘Isola Scaligera che conferma la presenza di una cellula mafiosa sul territorio. ‘Ndrangheta nel Veronese è poi interessata al ciclo dei rifiuti. A Padova un blitz contro la ‘ndrangheta nel 2019 hanno portato ad 33 ordinanze di custodia e ad oggi la preoccupazione nel territorio padovano sembra crescente. A Venezia un anno fa è stato sventato il tentativo di ricostituzione della Mala del Brenta.
Secondo la Guardia di Finanza veneta – progesuono i parlamentari veneti del M5S – assistiamo ad una distribuzione variegata delle organizzazioni da Padova a Verona, da Vicenza a Rovigo. La criminalità pugliese e campana sembra attiva principalmente nel settore degli stupefacenti e nel riciclaggio. Tra le mafie di matrice etnica prevalgono quelle albanesi, nigeriana, romena e bulgara.
Se il Veneto non è terra di mafia, la mafia è sempre più invasiva e allarmante nel Veneto. La mafia da noi – concludono Cappelletti e Guidolin – è sottotraccia, non è più “un problema degli altri”.