Nel Veneto è esplosa con la scoperta dell’inquinamento da Pfas una bomba ecologica. Si tratta di sostanze perfluoroalchiliche usate per produrre le pentole antiaderenti, la carta da forno o il Goretex degli indumenti sversate nelle campagne venete, in particolare, ma non solo, vicentine e veronesi. É la scoperta di un enorme disastro ambientale che ci costerà centinaia di migliaia di euro. Punta di un iceberg. Come le cave di Ronco all’Adige in provincia di Verona dove hanno buttato di tutto e di più ma poi è calato il silenzio. Non si sa a che punto siano l’inchiesta e l’indagine. Il Pm che se ne occupa è in …sonno. Sui veleni Pfas non centra solo la fabbrica Miteni di Trissino. É il sistema idrico che è taroccato da tempo. Quindi sarebbe assai utile che in Veneto si facessero controlli più approfonditi di quelli attuali perché non ci sono solo elementi inquinanti ma anche le reti idriche da verificare. Magari con una controllatina ai loro costi milionari ed alle ditte appaltatrici che, senza saperlo, possiamo scrivere, si scopre sono sempre le stesse. Il fatto che anche il numero uno della sanità veneta Mantoan da buon vicentino si sia bevuto l’acqua inquinata la dice lunga sulle future sorprese che sono in arrivo.