«La qualità delle imprese, da sola, non basta. Nel sistema integrato di flussi (persone e merci) cresciuto a dismisura con la globalizzazione, lo sviluppo infrastrutturale e la logistica sono decisivi per la competitività dei territori e per tenere il passo di competitor agguerriti. Per questo, nel rispetto di prerogative e ruoli, chiediamo un’interlocuzione urgente con Ferrovie dello Stato su temi decisivi per il sistema Padova e tutto il Veneto centrale (40% del valore aggiunto manifatturiero regionale), come il raddoppio del binario di Interporto, il potenziamento dell’attuale stazione di Padova centrale, per non parlare dell’Alta Velocità a est di Verona (da Vicenza a Padova non finanziata né progettata), finora disattesi o derubricati a nulla di fatto, per sollecitare ogni possibile soluzione e riallocazione di risorse. Alla Regione del Veneto, al Comune e Provincia di Padova e al sistema camerale, chiediamo di assumere un’iniziativa unitaria e ufficiale di confronto a Roma. Siamo pronti a sostenerla in ogni modo. Se ci abituiamo a pensare e ad agire come un unico territorio unito, abbandonando particolarismi controproducenti, possiamo recuperare centralità e forza negoziale e ce la possiamo giocare con le aree più avanzate d’Europa. Perché un Veneto più coeso darà risultati più interessanti per tutti». Così Massimo Finco, il presidente vicario di Assindustria Venetocentro, dopo le ultime decisioni del gruppo Fs e lo stallo sul sistema ferroviario e logistico. «Tra gli interventi di carattere strategico per lo sviluppo dei nodi veneti essenziali per le reti europee di trasporto – continua Finco – da tempo sostenuto dalle categorie economiche, c’è il collegamento ferroviario diretto tra il Porto di Venezia e l’Interporto di Padova che ne costituisce il retroporto naturale, sinergia finora limitata dalla mancanza di collegamenti. L’interesse espresso dal Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Venezia, Pino Musolino, alla realizzazione del collegamento, è un’apertura di peso, che ridà sostanza e forza alla proposta, affinchè venga inserita in un disegno complessivo di connettività infrastrutturale e servizi e di fattibilità economica. Il nostro auspicio è che ogni attore si renda disponibile, per la parte di propria competenza. A cominciare dalla Regione, che ha nel nuovo Piano Regionale dei Trasporti 2020-2030 lo strumento per individuare le priorità in modo selettivo, e quindi garantire le risorse necessarie, anche attraverso l’Europa, a un’opera di cui beneficerà l’intero Veneto, sotto il profilo dell’incremento e attrattività dei flussi di traffico internazionali, da e verso est lungo la nuova Via della Seta, della competitività e anche ambientale, spostando una quota enorme di traffici dalla gomma al ferro».