In relazione al caso di intossicazione acuta in un gruppo di bovini e la conseguente moria di 13 animali avvenute nel comune di Gambugliano (Vicenza), e a seguito degli accertamenti diagnostici, i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e dell’Ulss 8 Berica ritengono che la causa sia da imputare all’ingestione di sorgo selvatico.
L’episodio risale allo scorso 3 luglio, quando un gruppo di 55 bovine da latte appartenenti a un’azienda agricola, dopo circa un’ora di pascolo in un prato di proprietà dell’azienda, ha mostrato sintomi neurologici acuti caratterizzati da barcollamento e tremori, decubito permanente e irrigidimento degli arti. Il giorno stesso, a titolo precauzionale il Servizio veterinario di sanità animale dell’Ulss 8 Berica ha fatto prontamente spostare dal pascolo gli animali in grado di muoversi autonomamente e ha disposto la sospensione della consegna del latte prodotto nell’azienda agricola. I veterinari del Laboratorio di diagnostica dell’IZSVe e i colleghi dell’Ulss 8 Berica, intervenuti sul posto il giorno successivo per un sopralluogo congiunto, hanno constatato il decesso dei 13 bovini.
A seguito dell’esito negativo degli esami tossicologici effettuati su campioni biologici presso i laboratori di chimica dell’IZSVe, il sospetto diagnostico si è orientato sull’ingestione di piante tossiche, tenuto conto della sintomatologia iperacuta manifestata dai bovini.
La verifica effettuata successivamente dai veterinari nell’area del pascolo ha evidenziato la presenza di un gran numero di piante di sorgo selvatico, noto anche come sorghetta. In specifiche situazioni, questa pianta, se ingerita da bovini, pecore o altri ruminanti, può dar luogo alla liberazione di cianuri. In presenza di siccità il sorgo può accumulare una sostanza detta durrina, che può liberare acido cianidrico, direttamente nella pianta o qualora venga ingerita dagli animali.