INVERNO ARIDO E FIUMI A SECCO

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Una rondine non fa primavera. E la pioggia caduta su Belluno nei giorni scorsi non risolve la siccità. Rimane alta l’attenzione del Bellunese. Perché l’em­ergenza è dietro l’angolo. Al momento le autobotti di Bim Gsp e dei vigili del fuoco non hanno dovuto fare gli straordinari per rifornire i vasconi delle reti idriche. Ma i livelli delle sorgenti cominciano a soffrire l’assenza di pioggia che perdura ormai da diversi mesi. Da novembre, se si escludono una debole nevicata a inizio gennaio e un paio di episodi piovosi a febbraio. Insomma, se non piove a breve (e in quantità significativa), i rubinetti di alcune zone della provincia potrebbero rimanere a secco. Perché le ordinanze emesse dai Comuni bellunesi contro lo spreco d’acqua, la chiusura delle fontane pubbliche e altre misure non sono sufficienti. Preoccupa soprattutto l’assenza di neve, che è l’acqua dell’estate. La somma delle debolissime nevicate del periodo ottobre-marzo è di gran lunga inferiore rispetto ai quantitativi degli anni scorsi. Tra qualche mese non ci sarà l’acqua da scioglimento della neve che ci si aspetta di solito nei mesi di maggio e giugno. Le portate sono ovunque al di sotto della media storica del periodo. L’Arpav rileva un -16% sul Boite, un -28% sull’alto Piave e un -32% sul Cordevole. Livelli ancora più bassi sul torrente Fiorentina e sul Sonna a Feltre.  Le previsioni dicono solo sole.

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