“Il Veneto è ancora una volta sul podio delle morti bianche nel Paese. Con 98 vittime è al terzo posto insieme al Lazio, dopo solo l’Emilia Romagna (106) e la Lombardia (171). Una maglia nera che, purtroppo, la nostra regione continua ad indossare da diversi anni”. Questo il primo commento dell’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, alla più recente mappatura dell’emergenza delle morti sul lavoro, elaborata dal proprio team di esperti sulla base di dati Inail. “Un’indagine dettagliata relativa a tutto il 2019 in cui il Veneto emerge nuovamente con dati a dir poco sconfortanti. E, sebbene rispetto al 2018, si evidenzi un decremento della mortalità in regione (- 15 %), “il miglioramento in percentuale non può certo far dimenticare i numeri assoluti – sottolinea Mauro Rossato – Non possiamo dimenticare come dietro ad ogni numero ci sia una vita spezzata e altrettante famiglie distrutte dal dolore per la perdita del proprio caro”. “Le morti sul lavoro – insiste il presidente dell’Osservatorio mestrino – non devono ridursi a mere statistiche o a casi di cronaca. Servono più controlli da parte degli enti preposti alla vigilanza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e, certamente, più coscienza da parte dei datori di lavoro”. A Verona sono 30 gli infortuni mortali rilevati lo scorso anno. A Vicenza (19), a Padova (15), a Treviso (13), a Venezia (12), a Belluno (5), a Rovigo (4). Osservando, invece, le morti in occasione di lavoro, troviamo in cima alla triste graduatoria Vicenza e Verona con 16 vittime, seguite da: Padova (8), Treviso (7), Venezia (4), Rovigo e Belluno (3). Le donne coinvolte in un infortunio mortale nel 2019 in Veneto sono state 6. Gli stranieri deceduti nel 2019 sono 22. Quasi la metà delle vittime in regione aveva un’età compresa tra i 40 e i 54 anni. Contemporaneamente in Veneto, purtroppo, si aggrava anche il bilancio degli infortuni non mortali: passati dai 76.435 del 2018 ai 77.124 del 2019.