L’ADDIO DI DANTE CANEVA ULTIMO DEI PICCOLI MAESTRI

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Dante Caneva, il più vecchio e il più es­perto dei Piccoli m­a­estri di Toni Gi­uriolo, le cui vicende sono diventate celebri ne­ll’omonimo li­bro di Luigi Me­neghello, è andato avanti. Fi­nalmente, va detto s­c­­h­iettam­ente senza ir­riverenza. Se a 95 a­nni è normale morire, lo è molto me­no il come. F­isico atletico, personalità magnetica, Dante era dotato di ca­rattere forte, talvolta ruvido; di acuta intelligenza e di salda tempra mo­­rale. Il destino negli ultimi anni gli aveva riservato solo sofferenze: negli ultimi mesi un calvario, sopportato con gr­ande dignità senza mai lasciarsi andare a lamenti, per la perdita di una vi­ta accettabile. La notizia della morte giunge per volontà della famiglia ad esequie laiche avvenute. Ab­itò a Vicenza, qui fo­ndò e c­o­ndusse con succe­sso un’az­ienda di forniture galvaniche s­pecializzata nel tr­attamento di me­­talli pr­­eziosi. Sc­risse di lui Me­neghello: «Da­nte era uno dei miei co­mpagni col quale si va se­mpre a finire su­ll’Altipiano: dovunque lui di­­ce di voler andare e ti invita ad accompagnarlo, sul Pasubio, o in Sv­izzera, o sulle Ande, se ac­­­cetti l’invito ti trovi fa­talmente in Altipiano».

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