L’ASSISTENTE ULSS SI DIFENDE, “MAI FATTO FINTA: SOLO BUGIE”

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Da due giorni non si presenta al lavoro. Al telefono personale risponde il fidanzato. E riattacca. Nella casa di Casier è tutto chiuso. Anche i vicini dicono di non vederla da un po’. Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria trentenne su cui grava il sospetto di aver finto di vaccinare, tra il 25 gennaio e l’8 giugno 2016, oltre cinquecento bambini, ha eretto un muro all’apparenza impenetrabile. Non vuole, forse non può, sprecare parole. E a rispondere per lei è il suo legale, l’avvocato Paolo Salandin. Che fa sapere come Emanuela respinga ogni accusa. «Sono sempre stata favorevole ai vaccini e li ho sempre somministrati con piena fiducia. I bambini non piangevano? Non ci ho mai fatto caso» sono le sue prime parole. E tuttavia, di fronte all’evidenza del fatto che la stragrande maggioranza dei minori vaccinati da lei non risulti coperta, deve ammettere di aver notato come, nel suo caso, «fosse registrato l’80% dei fallimenti nelle vaccinazioni, mentre agli altri capitava il contrario. Non mi so spiegare perché». Dunque la linea dell’assistente sanitaria trevigiana è chiara: nessuna finta.

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