LAUREA CON LODE FUORI REGIONE, ESCLUSO DALLA SPECIALIZZAZIONE

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Ha scritto al governatore del Veneto Luca Zaia perché avrebbe voluto concorrere per i posti di specializzazione in medicina finanziati dalla Regione Veneto. Ora non lo può fare perché pur essendo residente a Padova non si è laureato nel territorio regionale. I posti della Regione, in aggiunta a quelli stanziati dal ministero, sono infatti riservati solamente ai medici laureati negli atenei di Padova e Verona. «Mi sento penalizzato, le altre regioni o non hanno messo alcun limite per l’assegnazione dei posti aggiuntivi o hanno richiesto di essere residenti nel territorio» spiega Alessandro Vendramin, padovano di 27 anni, con una laurea in medicina con 110 e lode conquistata un anno fa all’Università di Bologna. Ed è proprio qui la discriminante, essersi laureato in un ateneo oltre il confine veneto. Certo potrà fare il concorso e accedere ai posti distribuiti a livello nazionale e dalle regioni che non hanno posto paletti, non nel suo Veneto.L’esclusione può avere il suo peso. Perché i posti di specializzazione sono molto meno rispetto ai medici già laureati. Siccome senza aver conseguito una specializzazione non si può esercitare la professione significa che ci sono tantissimi dottori che pure essendo laureati in medicina non possono lavorare. E non si parla di piccoli numeri. «Si stima che siano almeno diecimila i medici che non sono ancora riusciti ad accedere ad una specializzazione – spiega Giovanni Leoni, presidente dell’ordine dei medici di Venezia – come ordini, chiediamo al Miur di aumentare i posti di specializzazione anche in previsione dell’invecchiamento e quindi del pensionamento dei colleghi in servizio che hanno ormai un’età media che si aggira sui 55 anni. Le nostre richieste, purtroppo, da anni rimangono inascoltate».

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