L’offerta ricettiva delle spiagge venete è così ricca da poter soddisfare anche il turista più esigente. Nell’ampia gamma delle soluzioni proposte, la vacanza in appartamento rimane un punto di forza, in quanto consente all’ospite autonomia e massima flessibilità, aspetti fondamentali soprattutto per le famiglie con bambini. Non a caso si tratta di una tipologia di sistemazione presente in particolare a Bibione, meta prediletta dalle famiglie di tutta Europa. E proprio da Bibione arriva un monito alla riforma della normativa sugli affitti brevi. “Le norme per regolare le locazioni brevi esistono già – avverte Maria Santorso, presidente ABIT – per cui è fondamentale non aggiungere ulteriori adempimenti burocratici a carico delle agenzie turistiche, che gestiscono in maniera trasparente gran parte degli immobili del litorale, occupandosi anche della riscossione dell’imposta di soggiorno. Gli appartamenti di vacanza, molto richiesti sulle spiagge venete, non devono essere penalizzati: anziché introdurre l’ennesimo codice identificativo nazionale per le locazioni turistiche – propone Santorso – in Veneto si potrebbe utilizzare quello regionale, già operativo dal 2019 ed appena modificato da un regolamento che entrerà in vigore tra pochi giorni”. D’altro canto, gli alloggi in locazione rappresentano una quota importante del movimento turistico delle spiagge venete. Infatti, come evidenziato dall’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, realizzato in collaborazione con ABIT – Associazione delle Agenzie Immobiliari Turistiche di Bibione, nel 2022 il movimento turistico negli alloggi privati ha sfiorato i 6 milioni di presenze, pari ad oltre il 24% del totale. La maggior parte dei pernottamenti si è registrata a Bibione, con quasi 3 milioni di presenze, il 53,3% del totale. A Caorle sono state rilevati quasi 1,2 milioni di notti, pari al 27% del movimento turistico; poco meno di un milione di presenze a Jesolo (il 18,2%); circa 340 mila pernottamenti a Rosolina (il 34,2%); circa 230 mila a Chioggia (il 15,6%); oltre 200 mila a Cavallino (il 3,1%); 126 mila ad Eraclea (il 27,2% del totale). Nelle destinazioni balneari gli appartamenti di vacanza rappresentano quindi una grande ricchezza e non entrano in conflitto con la residenzialità, trattandosi di immobili pensati proprio per la vacanza, in molti casi non fruibili tutto l’anno. Nelle spiagge venete, pertanto, non si assiste alla presunta concorrenza tra affitto tradizionale e affitto breve. Per far emergere il sommerso, secondo l’Abit e la Fondazione, vanno intensificati i controlli da parte dei Comuni, anziché esasperare il sistema di regole: infatti, le strutture affittate abusivamente, indipendentemente dalle nuove norme, continueranno ad operare al di fuori del mercato, qualora non venissero individuate. “Inoltre – aggiunge Santorso – spesso gli alloggi per affitti brevi presenti nelle piattaforme offrono, in maniera palesemente scorretta, anche servizi di tipo alberghiero, danneggiando quindi tutta la filiera dell’hotellerie.”