Veneto, una regione a forte infiltrazione camorristica che nel 2015 ha visto però raddoppiare il numero di beni confiscati alle organizzazioni criminali. I numeri e le mappe aggiornate sono contenute nello studio «Le mafie liquide in Veneto. Forme e metamorfosi della criminalità organizzata nell’economia regionale», realizzato da Unioncamere del Veneto e Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, nell’ambito dell’ormai pluriennale protocollo di intesa, sottoscritto a Venezia nel 2012, che hanno scelto di renderlo pubblico in occasione della ricorrenza della strage di Capaci, in concomitanza con la giornata di studio “Costruire la cultura della legalità” organizzata dall’Università Ca’ Foscari e Ufficio Scolastico Regionale, anche con il patrocinio di Unioncamere Veneto. «Nella nostra regione le mafie, anche se non sparano, dimostrano di essere in grado di intaccare il tessuto socio-economico del territorio» commenta Giuseppe Fedalto, presidente di Unioncamere Veneto. La confisca dei beni in mano alla criminalità organizzata ha registrato un considerevole balzo in avanti. Dagli 88 beni censiti in Veneto nel 2013, si è infatti passati ai 186 nel 2015 (+98). Nella mappatura rimangono le quattro società già censite ma se ne aggiungono una a Rovigo e una a Verona.