Il peggio sembra alle spalle e Venezia può ora respirare e riprendere a vita, mentre si inizia a fare la conta dei danni. Nella notte la marea massima è stata di 78 centimetri. Una massima ben lontana dai 187 centimetri del 13 novembre e dei 150 cm di domenica. I valori, rilevano ancora dal Centro, nei prossimi giorni saranno contenuti e superano di poco i 100 centimetri. I più ‘rilevanti’ indicano 100 centimetri per le 6.10 e le 14.55 di domani e 105 centimetri alle 6.05 di dopodomani. “Stiamo affrontando un’emergenza tuttora in atto. Oltre al dramma di Venezia altri territori del Veneto sono in condizioni disastrose, come le spiagge e varie aree montane, a cominciare da quelle già colpite dalla tempesta Vaia. Stiamo seguendo la situazione minuto per minuto e lo faremo finchè la situazione non tornerà realmente alla normalità. Veneto Orientale e Montagna sono in grande sofferenza. Abbiamo il litorale distrutto e in montagna preoccupano i fiumi, il livello dei laghi, la situazione dei movimenti franosi e il rischio valanghe. Stiamo ancora attendendo anche il colmo di piena del Piave, che ora ha una portata notevole, attorno ai 1400 metri cubi al secondo, ma inferiore a quella dell’anno scorso”. Questo quadro di una situazione definita “drammatica anche oltre il dramma di Venezia” è stato fatto domenica sera dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha presieduto un vertice dell’Unità di Crisi della Protezione Civile Regionale, a Ponte di Piave, affiancato dall’assessore alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin e dal Direttore dell’Area Tutela Ambiente e Territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua. “I danni in queste aree sono ingenti – ha riferito Zaia – e servirà attivare tutte le necessarie procedure, la dichiarazione dello stato di crisi, quella di emergenza. Servirà anche in questo caso una gestione commissariale con poteri e fondi, perché le nostre spiagge devono tornare più belle di prima in tempo per la nuova stagione estiva. Lo stesso deve essere per la montagna. I nostri sistemi previsionali – ha aggiunto Zaia – sono tecnicamente i più aggiornati d’Italia. Lo abbiamo voluto noi lavorando anno dopo anno e non accetto che nascano come i funghi dei premi Nobel della meteorologie o dell’idraulica che parlano e scrivono troppo a vanvera”.