Una indagine che è partita in Polesine ed è arrivata sino ad agganciare il grande traffico internazionale di hashish e cocaina, in particolare facendo chiarezza sulle rotte tramite le quali carichi di decine e decine di stupefacente arrivano via mare nel nostro Paese. Il tutto, nonostante le ristrettezze di personale che caratterizzano tutti gli uffici di polizia e alle quali non fa certo eccezione la sezione antidroga della mobile di Rovigo, guidata dal vicequestore aggiunto Bruno Zito. L’indagine ha consentito di emettere 53 misure di custodia cautelare. 18 custodie cautelari in carcere, 15 ai domiciliari, 20 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. In tutto 73 le perquisizioni. Numeri ai quali vanno aggiunti quelli realizzati nel corso della gigantesca attività investigativa: 22 arresti in flagranza di reato. Sono stati recuperati un quintale di hashish e due chili di cocaina. Il giudice per le indagini preliminari, dopo gli interrogatori di garanzia relativi alle posizioni degli indagati di propria competenza, ha deciso di convalidare tutte le misure cautelari disposte in prima battuta. Uno sviluppo che dimostra la solidità dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Sabrina Duò. Ovviamente ora le difese faranno le proprie mosse per cercare di ottenere una attenuazione di queste misure.