Nessuna mazzetta, soltanto aiuti ad un amico in difficoltà. L’imprenditore trevigiano Enzo Busato si è giustificato così di fronte al giudice per le indagini preliminari di Venezia, Roberta Marchiori, in relazione all’accusa di aver versato somme di denaro e altre utilità al dirigente di Veritas Claudio Ghezzo, finito in carcere la scorsa settimana con l’accusa di corruzione in relazione ad alcuni appalti per lo smaltimento di rifiuti. L’imprenditore ha spiegato che non è così, fornendo una serie di documenti dai quali emergerebbe che vi era una diversa motivazione agli aiuti forniti a Ghezzo, da lui vinti semplicemente perché la sua offerta era di molto la più conveniente rispetto alla concorrenza. Nel lungo interrogatorio, Busato è scoppiato in lacrime, scagionando del tutto il fratello, assicurando che nulla sapeva degli aiuti a Ghezzo, proprio perché erano conseguenti ad un rapporto personale, maturato nel corso degli anni, e non imprenditoriale.