Nel mese di maggio il mercato del lavoro veneto ha fatto registrare un saldo positivo per 18.500 posizioni lavorative dipendenti, che portano il bilancio occupazionale complessivo da inizio anno a +63.000 posti di lavoro. Si tratta di un risultato lievemente inferiore a quello dello scorso anno (+65.500) ma superiore a quello osservato nel 2019 prima dello scoppio della pandemia.
Le assunzioni sono in lieve calo (-1%), mentre il volume complessivo delle cessazioni risulta in linea con quello del 2023, a conferma di un mercato del lavoro in stabilizzazione dopo il crollo osservato in periodo pandemico e la successiva crescita, particolarmente elevata, che ha interessato l’ultimo biennio.
A fronte di un progressivo ridimensionamento dei contratti a tempo indeterminato (+15.000 nel 2024 contro i +23.000 dell’anno precedente), torna a crescere il tempo determinato, che registra nell’anno 46.000 contratti in più, grazie soprattutto alla riduzione delle trasformazioni (-11%) e all’aumento delle assunzioni (+1,2%). Positiva anche la dinamica dell’apprendistato (+1.700) e del lavoro somministrato, che nel mese di aprile (ultimo disponibile) torna a mostrare, per la prima volta nell’ultimo triennio, un bilancio positivo (+1.800) e una crescita delle assunzioni pari al +11%.
A livello territoriale, il saldo dei primi cinque mesi dell’anno è positivo in tutte le province tranne che a Belluno (-2.400), che storicamente nella prima parte dell’anno risente degli effetti della chiusura della stagione invernale ma che contestualmente mostra un incremento delle assunzioni (+6%), così come Verona (+2%) e Rovigo (+3%). Bilancio occupazionale in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2023 a Padova, Treviso e Vicenza, con la provincia berica che registra anche il più vistoso calo nel volume di assunzioni (-4%). Venezia mantiene un saldo positivo e sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno (+30.600 posti di lavoro) ma evidenzia un lieve calo delle attivazioni contrattuali (-3,5%).
Il settore più in difficoltà si conferma quello industriale: il bilancio è infatti positivo (+7.700) ma in netto peggioramento rispetto all’ultimo biennio, con un calo delle assunzioni pari al -7%. Tale andamento è determinato prevalentemente da alcuni comparti del made in italy (in particolare il sistema moda) e dal metalmeccanico, che presenta un saldo (+1.600) più che dimezzato rispetto al 2023 (+4.000) e un risultato prossimo allo zero nel mese di maggio.
In controtendenza occhialeria, industria farmaceutica e costruzioni, che vedono aumentare sia il numero di posti di lavoro che quello delle assunzioni. Stabile l’andamento nei servizi, un settore che continua a essere trainato dal turismo (+31.000 posti di lavoro) e che mostra andamenti positivi anche nel commercio, nei servizi finanziari, attività professionali e servizi di pulizia.
Gli ingressi in condizione di disoccupazione nei primi cinque mesi dell’anno sono stati complessivamente circa 50.000, il 2% in più rispetto a quelli registrati nell’analogo periodo del 2023.