Dal progetto sperimentale di monitoraggio applicato alle plastiche nel Grande Fiume emerge che i rilevatori rilasciati due anni fa a Torino confermano lo stallo prolungato in alveo del plastic litter (rifiuti plastici di medie e grandi dimensioni), ma che solo il 15% del quantitativo arriva all’Adriatico. I risultati presentati da Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile insieme a ISPRA, CNR, Università di Cadice.
Una predominanza di rifiuti plastici delle dimensioni inferiori ai 10 centimetri di lunghezza e la precisa identificazione delle potenziali zone d’accumulo degli stessi, rilevata sia per quantità che tempo di permanenza: un quadro che resta sotto osservazione, quello del fiume Po, ma la notizia degna di rilievo è che la quantità di plastica che giunge sino al Mare Adriatico è stimata in poco meno del 15% del totale quantificato più a monte e che, inoltre, la tecnologia assiste il monitoraggio grazie alla positiva evoluzione dei dati satellitari, oggi più performanti e in grado di rilevare gli accumuli di plastica anche tra la fitta vegetazione del Grande Fiume. Questi in sintesi i dati illustrati a Ferrara, presso Palazzo Naselli-Crispi, in occasione della presentazione dei risultati di MAPP (Monitoraggio Applicato alle Plastiche del Po), progetto promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, avviato a giugno 2021 con il rilascio dei tracker (sensori di rilevamento) a Torino e che, per due anni, ha utilizzato differenti strumenti e metodologie – alcune del tutto innovative a livello europeo – consentendo di stimare le quantità, le dimensioni, le principali direttrici di spostamento e i punti di potenziale accumulo del materiale plastico trasportato lungo la rete idrografica del fiume Po e accrescere la comprensione del fenomeno del plastic litter nel Grande Fiume.
All’evento, sono intervenuti: Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-MASE; Giuseppe Dodaro; Giulia Cesarini; Daniel Gonzáles-Fernández e Marco Casini, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.
Per il fiume Po le osservazioni si sono svolte, con frequenza stagionale, in cinque località dislocate sull’intera asta – Verolengo (To), Isola Serafini (Pc), Boretto (Re), Pontelagoscuro (Fe), Porto Tolle (Ro) – e nelle aree golenali circostanti i tratti monitorati. I risultati ottenuti hanno evidenziato che prevalgono i rifiuti plastici di dimensioni inferiori a 10 cm, appartenenti alle prime tre classi dimensionali. Per simulare le modalità di trasporto dei rifiuti plastici nel Po, sono stati utilizzati i tracker satellitari (JunkTrack®) della società Nauta scientific. I tracker sono dei piccoli contenitori galleggianti in grado di riprodurre il comportamento dei rifiuti di plastica dispersi nei fiumi, al cui interno sono posizionati dei localizzatori capaci di determinarne la posizione GPS. Ne sono stati rilasciati complessivamente 95 tra il 2021 e il 2023, in differenti condizioni di portata, nelle tre stazioni distribuite lungo l’asta del fiume Po: Chivasso (To), Isola Serafini (Pc) e Pontelagoscuro (Fe): il primo dato che emerge è che meno del 15 % dei tracker sono giunti fino al mare Adriatico.