«Attacchi verbali, minacce di tutti i tipi. Ora anche le lettere con la polvere. Lavoriamo tutti i giorni in trincea, siamo sotto attacco. Ma noi non c’entriamo». A parlare è Erika Cervo, delegata della Rsa della Cgil all’interno della sede bellunese di Equitalia dove giovedì è stata recapitata una busta con una polvere misteriosa. Un attacco, quello sferrato agli sportelli di via Vittorio Veneto, del tutto simile a quelli messi a segno in varie altre sedi di Equitalia in tutto il Paese Dopo la giornata da incubo vissuta giovedì, con i dipendenti bloccati all’interno degli uffici dopo che era stata recapitata la busta e il successivo arrivo di questura, carabinieri, ambulanza, Usl, vigili del fuoco in forze che hanno messo in pratica il protocollo “anti antrace”, anche ieri gli uffici di Equitalia sono rimasti chiusi. «C’è il divieto di entrare fino a che non verrà definito un eventuale rischio batteriologico», chiarisce la delegata della Rsa. I sedici dipendenti di Equitalia ieri all’inizio del turno si sono trovati all’esterno della sede e poco dopo, non appena appreso che gli uffici erano ancora off limits, sono tornati a casa. Di certo, come ha comunicato nelle scorse ore la questura, «Non si tratta di antrace». E questo è già un risultato che ha fatto tirare un sospiro di sollievo. «Subiamo attacchi dall’opinione pubblica e dalle forze politiche. La gente si dimentica che Equitalia è al servizio dello Stato e riscuote per conto degli enti. Siamo, preoccupati, non avremmo mai pensato di dover rischiare in prima persona», conclude la sindacalista della Cgil.