Nuove case di comunità dislocate male

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DANIELA SBROLLINI SENATRICE

«L’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Fimmg Veneto riguardo alla dislocazione delle nuove Case di Comunità della Regione, in un modo non rispondente alle reali necessità dei cittadini, è estremamente preoccupante», dichiara la senatrice Daniela Sbrollini, Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato, «Un appello, questo dei medici di medicina generale veneti, a cui è opportuno prestare la massima attenzione e a cui la politica dove essere in grado di dare una risposta».
«Dalle mappe elaborate da Fimmg Veneto in partnership con la Cgia di Mestre – Centro Studi Sintesi, incrociando i siti individuati per le nuove strutture finanziate dal PNRR con gli indici di densità di popolazione e di vecchiaia, emerge un quadro disarmante – sottolinea la Sen. Sbrollini – La distribuzione delle Case della Comunità, infatti, in questa regione non solo generalmente non corrisponde ai bisogni dei cittadini, ma troppo spesso risulta di fatto d’ostacolo allo svolgimento delle buone pratiche assistenziali. Secondo questa elaborazione, i residenti di vaste porzioni di territorio regionale impiegherebbero più di 30 minuti in auto per recarsi alla Casa della Comunità di riferimento. Si tratta di aree come la provincia di Belluno, la fascia montana del Vicentino e del Veronese, il Veneto Orientale e vaste zone del Polesine. Come pensiamo si possa garantire ai cittadini una adeguata assistenza, quando in molti casi, sempre secondo questo studio, occorrerebbero anche 45 minuti solo per raggiungere la rispettiva Casa di Comunità? Questo significa indebolire, invece che rafforzare, l’assistenza nei territori».
«In questo modo i cittadini – conclude la Sen. Sbrollini – sono abbandonati a se stessi. Non solo: è ben comprensibile l’indignazione dei medici di medicina generale, e la distanza che questo scenario desolante di abbandono genera fra loro, consapevoli delle esigenze del territorio, e la politica regionale. Ed è molto preoccupante questa frattura. Per questo bisogna ascoltare l’appello dei medici, e anzi ringraziarli, ancora una volta non solo per il loro inestimabile lavoro quotidiano, ma anche per il loro contributo concreto e propositivo all’individuazione delle criticità del territorio. Ora spetta alla politica dare una risposta che garantisca ai cittadini un’organizzazione di eccellenza rispondente ai loro bisogni e che consenta ai medici di medicina generale di offrire assistenza in modo sicuro ed efficiente, riconoscendo la dignità e il merito del loro lavoro».