Doveva essere un carcere modello, dove si sarebbero potute sviluppare attività lavorative. Questo era stato l’annuncio a più voci il giorno dell’inaugurazione solenne, nel febbraio 2016, alla presenza dei ministri della Giustizia e delle Infrastrutture Andrea Orlando e Graziano Delrio. Invece al momento nella struttura che si sviluppa su un’area di 95 mila metri quadrati, rimane tutto ancora sulla carta. Come ha ricordato il Garante dei diritti dei detenuti Giulia Elisa Bellinello nella sua recente relazione in consiglio comunale: «E’ svanita l’illusione di molti che avevano chiesto di essere trasferiti da altri istituti con la prospettiva di un lavoro».E, nel frattempo, dalla data del trasloco dalla vecchia struttura di via Verdi, continuano a moltiplicarsi le segnalazioni di problemi. «Dalle infiltrazioni di acqua in vari punti a un cancello che, qualche mese dopo l’apertura, è venuto giù perché hanno ceduto le saldature i problemi sono costanti», fa presente Gallo. La cosa più preoccupante, però, riguarda l’automazione: «Funziona solo per il 60% – spiega ancora l’esponente della Uil e questo rende tutto più difficoltoso, proprio perché si dà per scontato che tutto funzioni e l’organico è tarato sulla base di questo. Invece così non è e anche per questo ci troviamo a fare continui straordinari: basta una malattia, un piantonamento in ospedale o un accompagnamento in Tribunale per far saltare tutto». In questo quadro, a preoccupare è soprattutto l’ipotesi circolata con insistenza dell’incremento dei detenuti di 40 unità a fronte di un aumento del numero di agenti di 8 unità. Gli agenti di polizia penitenziaria, invece, sono 73, compresi quelli in distacco. «Un simile incremento rischia di far collassare tutto».