Occupazione, “numeri ok ma costi alti”

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I dati ISTAT sull’occupazione in Veneto relativi al primo trimestre 2019 fotografano 2.165.000 occupati, un numero in aumento rispetto ai 2.116.000 del quarto trimestre 2018 e ai 2.138.000 del corrispondente primo trimestre 2018. “Il tasso di occupazione in Veneto arriva a toccare il 67,5% in Veneto, la più alta percentuale di sempre, quasi nove punti in più rispetto alla media nazionale del primo trimestre 2019 pari a 58,2%”, sottolinea con soddisfazione l’assessore al lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan. Aumenta il tasso di occupazione femminile, che in Veneto per la prima volta supera la soglia del 59 % (a fronte del 49,6% della media nazionale) e scende al 6,2% il tasso di disoccupazione, in calo dello 0,8% rispetto al primo trimestre 2018 e di cinque punti inferiore all’11,1 % della media nazionale. Per l’assessore Donazzan “i dati diffusi oggi da ISTAT sono incoraggianti, in particolare per il Veneto. Stiamo approfondendo il quadro regionale, anche per comprendere se l’aumento degli occupati abbia in un qualche modo dei riflessi dal punto di vista qualitativo su contratti e salari”. “Già analizzando i dati veneti riferibili al primo trimestre di quest’anno – prosegue Donazzan – avevamo riscontrato un aumento dei contratti a tempo indeterminato: l’aumento è attribuibile al Decreto Dignità che ha di fatto determinato la trasformazione di molti contatti a tempo determinato in tempo indeterminato, e comunque alla crescita dell’export veneto e egli investimenti”. L’assessore prosegue collegando i dati Istat sull’occupazione agli scenari disegnati dal Centro studi della CGIA di Mestre, che prevedono per il 2019 un aumento dell’export veneto del +3,1% e degli investimenti del +0,6%. “Sono certamente segnali positivi, di una buona reazione del mercato del lavoro e dell’incrocio tra domanda e offerta, ma mi riservo approfondire al meglio la qualità di questo lavoro – conclude Donazzan – Il costo sempre troppo alto a carico delle imprese riduce i margini di guadagno e indebolisce conseguentemente l’intero sistema produttivo”.

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